Sono usciti da poco i numeri del fisco per il 2020. Un anno durissimo, certo, in cui molti di noi erano stati costretti a restare barricati in casa, a tenere chiusa la propria attività o a ridurre i propri consumi.
Ma è credibile, anche in un anno così critico, che gli italiani che hanno guadagnato più di 70.000 euro siano stati appena il 4%, come risulta dalle dichiarazioni dei redditi?
Poco più di un milione e mezzo di persone?
Purtroppo è lecito dubitarne.
L’anno precedente (2019) era stato evaso quasi il 70% dell’Irpef su lavoro autonomo e impresa, per un totale di oltre 32 miliardi.
Era venuto a mancare anche quasi un quarto dell’Ires, l’imposta sul reddito delle società, per un totale superiore agli 8 miliardi, così come quasi un quinto dell’Irap, l’imposta sulle attività produttive, per un buco di oltre 5 miliardi.
Ma il problema dell’evasione non risparmiava i lavoratori dipendenti, che contribuivano quanto gli altri ad evadere l’Iva (27 miliardi, circa il 20% del totale), l’Imu e la Tasi (non pagate per il 25%).
In un anno di difficoltà economiche come il 2020, si può supporre che la propensione a evadere sia cresciuta, non diminuita, rispetto all’anno precedente che già offriva un quadro desolante.
Ora, la corsa all’evasione non si ferma con il cashback o con altre misure paternalistiche e propagandistiche in stile Governo Conte.
Quello che bisogna fare è abbassare drasticamente le tasse sul lavoro.
Ha senso che esista una imposta sulle attività produttive?
“Per il solo fatto che produci qualcosa per il paese, io ti tasso”?
Dovrebbe avvenire il contrario, piuttosto.
Ha senso che l’Irpef, superati i 28.000 euro, schizzi dal 25% al 35%?
(Fino all’anno scorso schizzava addirittura dal 23% al 38%…)
È un invito a mantenersi al di sotto di quella soglia: nella realtà quando si è onesti, solo sulla carta quando si è disonesti.
Ha senso che, sommando tutto, un datore di lavoro debba dare allo Stato 120 euro per ogni 100 che arrivano al suo dipendente?
Solo una volta che queste contraddizioni saranno risolte, solo una volta che evadere le tasse sul reddito da lavoro non apparirà più né conveniente né necessario, avranno un effetto considerevole anche le misure come gli incentivi al pagamento elettronico o i controlli incrociati fra le banche dati.
Seguici per le nostre proposte su una tassazione più giusta del lavoro.