Si sarebbe potuto (e dovuto) dar vita ad un progetto politico che riuniva i progressisti, i riformisti, i liberali che avrebbero volentieri proseguito l’esperienza del Governo Draghi, anche dopo Draghi.
Il Pd vi ha rinunciato subito dicendo “No” a Renzi e “Sì” a Fratoianni/Bonelli.
A destra, per esempio, ci sono sia i sostenitori delle armi all’Ucraina che i filo-putiniani: saranno atlantisti ed europeisti, come sostiene Forza Italia? Saranno amici di Orban, come vorrebbe Meloni? O continueranno ad avere rapporti opachi con la Russia come ha fin’ora fatto Salvini?
A sinistra oggi, invece, c’è sia chi sosteneva l’agenda Draghi con convinzione, sia chi non vuole i ri-gassificatori, i termovalorizzatori e l’attuazione delle riforme richieste dall’UE. E dunque? Una volta al Governo come potrebbero governare insieme?
Oggi secondo noi c’è un solo campo dove essere draghiani: il nostro, che è il terzo polo.
Abbiamo ottenuto l’adesione convinta di Federico Pizzarotti e di decine di sindaci ed amministratori civici.
Abbiamo ricevuto centinaia di mail e di telefonate.
E abbiamo deciso di farlo.
Nel terzo polo con chi ha voluto, sostenuto e incoraggiato l’Agenda Draghi ci saremo anche noi.
E’ un progetto che parla il linguaggio della concretezza, e non vuole tornare agli indecorosi balletti della politica romana e ai litigi del bi-populismo. Insomma non ci costringerete a scegliere se votare il nazionalismo di Meloni e Salvini oppure l’ammucchiata senza programma di Letta, Fratoianni, Bonelli, Di Maio, Tabacci e chi più ne ha, più ne metta.
Un’alternativa esiste, si chiama terzo polo.